Due sono gli aspetti che più mi hanno colpito e fatto riflettere sullo schiavismo in Africa .

Da un punto di vista umano ,colpisce prima di tutto la condizione fisica e psicologica dello schiavo Africano .Lo schiavo Africano che ,dal suo paese di origine veniva portato in paesi da lui sconosciuti ,perdeva tutte quelle caratteristiche che deve possedere un individuo per essere definito "uomo".Se infatti da un punto di vista psicologico ,lo schiavo subiva dei cambiamenti drammatici ( basti pensare all’ingresso di un cultura completamente diversa dalla loro ,lontana da quelli che sono i propri usi e costumi e le loro radici ) ,da un punto di vista fisico , subiva lo stesso trattamento che viene oggi riservato agli animali da immettere sul mercato.

Lo schiavo era trasportato via mare in condizioni pessime ( tanto che ad esempio solo il 60 –70% arrivava a destinazione in America ),veniva marchiato sul petto con le iniziali del padrone (a significare la totale appartenenza ) e veniva nutrito con enormi quantità di cibo per farlo apparire in forma al momento della vendita .Questa perdita assoluta di dignità viene chiaramente espressa dal titolo del romanzo dello scrittore statunitense Ellison :"L’uomo invisibile " .

Da un punto di vista storico colpisce il fatto che ,proprio nel secolo in cui l’avvento della ragione avrebbe dovuto ridimensionare il fenomeno della schiavitù ,si ha invece il culmine delle tratte degli schiavi .Le idee di libertà, uguaglianza e fratellanza del settecento si vedono infatti soccombere alle leggi del profitto fino ad arrivare ad ignorare semplici regole di ragionamento ,affermando che tali ideali non valgono per le popolazioni africane ,mentre valgono per tutte le altre .

Del resto non si può ridurre il colonialismo ad uno stato di sfruttamento completo , anche se i dati a nostra disposizione ci spingono a pensare in questo modo .In effetti la modernizzazione che doveva essere apportata dai " bianchi "

finiva per sussistere solo nelle terre coltivate dai "bianchi",

mentre le organizzazioni africane soccombevano a tale concorrenza ,rimanendo a livelli tecnologici molto bassi .

Inoltre le grandi potenze colonialiste miravano all’espansione delle proprietà coloniali non tanto per le ricchezze del continente bensì per le ripercussioni che queste potevano avere sul loro prestigio e sui loro interessi in Europa .

Eppure ,quanto avrebbero dovuto attendere ancora le popolazioni africane per venire a conoscenza della seppur minima tecnologia importata dagli europei ,se le potenze europee non fossero state spinte da interessi economici e di supremazia in quelle terre inesplorate ?

Ciò non significa che il colonialismo non abbia fatto i suoi danni e i suoi soprusi , anzi questi superano spesso i vantaggi; ritengo che sia utile però per una volta soffermarsi sui suddetti vantaggi che il colonialismo può avere apportato alle popolazioni africane ( vale a dire l’importazione di nuove tecnologie ) .

Mazzoni Giacomo 2° C